Con il linguaggio dei colori, delle forme, dei movimenti immortalati dall’obiettivo, la fotografia si fa testimone, narratore, mago che costruisce incantesimi, o svela la nuda realtà dei fatti.
Come per il lettore di un romanzo ben scritto, che leggendo si costruisce l’immagine che contestualizza ciò che legge, similmente sarà la sensibilità di chi guarda ad accorgersi anche dei più insignificanti dettagli, a costruire la storia del momento rappresentato.
Sta alla sensibilità, alla cultura, all’equilibrio di chi guarda, alle lenti che indossa, trasformare ciò che vede in qualcosa che irrita, o, al contrario, che rasserena l’animo evocando momenti di gioia.
La mostra fotografica “Just Married” – Le nozze omo nella fotografia contemporanea, allestita presso la Sala Bausch dei Cantieri Culturali della Zisa, a Palermo, più di altre mostre rappresenta questo aspetto della fotografia: raccontare, testimoniare fedelmente come in alcune parti del pianeta lo stesso fatto possa essere ‘normale’ mentre contemporaneamente, in altri paesi, viene osteggiato, perseguito, se non addirittura punito con la morte.
Un po’ come accadde con gli schiavi d’America.